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Partita Iva e regime forfettario: cosa cambia?

Le piccole imprese, le persone fisiche e tutti coloro che esercitano arti o professioni dal 2020 devono abbandonare il regime forfettario e devono organizzarsi per i diversi adempimenti fiscali.  La speranza della proroga al 2021 è definitivamente archiviata.

Chi è escluso dal regime forfettario?

  • Tutti coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000 €
  • Tutti coloro che hanno spese per il personale dipendente superiori a 20.000€

Attualmente la stima è che centinaia di migliaia di contribuenti l’anno scorso rientravano in questo reddito di lavoro dipendente o pensione di ammontare superiore.

Come reagire a questo cambiamento?

Bisogna procedere con l’applicazione dell’IVA sulle cessioni di beni e di servizi per questo occorre avvertire i clienti che sino ad allora non la pagavano. Se a fronte della prestazione di servizio o cessione di beni la fattura è stata emessa nel 2019 ovviamente senza Iva, ancorché venga pagata nel 2020, l’imposta non deve essere aggiunta o scorporata in quanto l’operazione si intende effettuata lo scorso anno.

Procurarsi il codice unico
Gli ex forfettari devono dotarsi del codice univoco al fine di poter emettere la fattura elettronica (sono esclusi solo i medici). Inoltre, è loro facoltà, trasmettere alla Agenzia delle Entrate in via telematica la procura eventualmente rilasciata a favore di un intermediario per i servizi telematici offerto dalla Agenzia delle Entrate (consultazione, conservazione fatture elettroniche eccetera).

La nuova contabilità IVA 
I contribuenti dovranno effettuare periodicamente  le liquidazioni dell’Iva, la 1° mensile entro il 16 febbraio a meno che optino per la liquidazione trimestrale entro il 16 maggio se il volume di affari risulta non superiore ai limiti previsti dall’articolo 7 del Dpr 542/99. Devono altresì trasmettere trimestralmente lo spesometro se effettuano operazioni con l’estero diverse da quelle risultanti dalle bollette doganali.