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Condono 2019: saldo e stralcio 

La pace fiscale o meglio il condono è giunto in porto grazie ad una serie di strumenti quali lo stralcio (condono) delle vecchie cartelle esattoriali fino al 2010 sotto i 1.000,00 euro di rottamazione attraverso rate quinquennali sino ad arrivare ad alla dichiarazione integrativa che consente un forte sconto sul debito. Il nuovo provvedimento stabilisce un’aliquota al 20% per coloro che hanno presentato la dichiarazione dei redditi e dunque sanano così il pregresso. Questa imposta sarà sostitutiva dell’Irpef o dell’Ires (a seconda che si tratti di persone fisiche o di società).

Condono 2019
I contribuenti potranno, in caso di contenzioso con il fisco, sanare la loro posizione pagando il 20%, sugli importi fatti emergere, nel corso di 5 anni; invece in caso di vittoria al secondo grado non pagheranno sanzioni e interessi. L’Iva entra nel condono. Per l’imposta sul valore aggiunto non si applicherà il 20% ma un’aliquota media. Se il contribuente non sarà in grado di determinarla scatterà il 22%, ossia l’aliquota ordinaria. Un meccanismo che consente di mettere la sanatoria al riparo da contestazioni della Commissione europea sul mancato recupero di un tributo come l’Iva che è proprio dell’Unione europea.

Rottamazione  ter
Si rivolge a coloro che avevano fatto domanda di rottamazione bis e hanno poi versato almeno una rata. Questi contribuenti possono diluire il debito con il Fisco fino a dieci rate di pari importo spalmate in 5 anni.

Definizione agevolata
In primis tra le misure di pace fiscale c’è il cosiddetto stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro. Ciò vuol dire che vengono cancellate d’ufficio e dunque il contribuente non dovrà pagare nulla. È prevista una definizione agevolazione per l’IVA che consentirà di sanare gli atti del procedimento di accertamento e dei verbali di contestazione.

Dichiarazione integrativa
Si tratta di una formula che riguarda solo chi ha presentato la dichiarazione dei redditi che consente di sanare somme che sono superiori al massimo del 30% rispetto a quanto dichiarato. E in ogni caso, c’è un tetto massimo a 100 mila euro (sopra questa cifra, non può esserci dichiarazione integrativa).

Sanatoria liti
È prevista una nuova sanatoria delle liti pendenti, che consente a chi ha vinto in primo grado di pagare il 50% del dovuto, mentre chi ha avuto ragione anche in appello pagherà solo il 20% della somma.

I termini per aderire
La presentazione della dichiarazione integrativa speciale va presentata fino al 31 maggio 2019. Per pagare la prima o unica rata ci sarà tempo fino al 31 luglio 2019, con la possibilità di rateizzarle in cinque anni.

Carcere fino a sei anni per chi, scegliendo di aderire alla pace fiscale, fornisce atti falsi e comunicazione di dati non rispondenti al vero. Una misura per colpire chi prova a utilizzare la dichiarazione integrativa per sanare proventi illeciti.

 

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